Ormai Telecom Italia lo dice chiaro e tondo. Sta aspettando regole più favorevoli, ergo più leggere, prima di partire con le offerte ngn 100 Megabit. E questa posizione pesa non solo sul lancio delle offerte sulla propria rete ma anche sullo sviluppo di una rete comune fatta con gli altri operatori (il tavolo Romani).
Non è un caso che Telecom si esponga ora, proprio quando il governo è molto debole, quindi meno capace di imporre una direzione all’ex monopolista.
Leggo così le dichiarazioni di oggi, di Bernabè:
Sulle reti di nuova generazione, sulla banda larga fissa, ”siamo come ciclisti pronti a partire ma trattenuti per il sellino”. ‘Ssull’ultrabanda abbiamo i piani, ma c’e’ un eccesso di regolazione che ci impedisce di partire”. Il presidente di Telecom ha poi dato la propria disponibilita’ al tavolo Romani.
”Telecom – sottolinea – ha dato e da’ la propria disponibilita’ alle condizioni previste all’inizio, e cioe’ di condividere le infrastrutture passive in modo neutrale, nel rispetto dell’architettura di rete e rispettando il principio della sussidiarieta”’. Per Bernabe’ pero’, ”il progetto deve essere fatto con gli strumenti giusti. Se Cdp deve intervenire lo deve fare con modalita’ giuste. Riteniamo che l’investimento fatto da F2i in Metroweb sia appunto il modo giusto di procedere, perche’ e’ di natura imprenditoriale e rispettoso del mercato”.
Secondo il presidente di Telecom quindi, ”poiche’ si tratta di investimenti importanti, vanno create le condizioni perche’ il progetto sia accettabile”, mentre sul fronte delle regole ribadisce che ”non devono essere fatte in Italia, dove ci sono gia’ tante difficolta’, regole piu’ invasive di quelle europee: semmai serve il contrario”.
I commenti per questo articolo sono stati chiusi.