iCloud di Apple è stato svelato ed è due servizi, in realtà.
1)Un servizio gratuito per mettere sulla cloud in automatico la musica già comprata su iTunes.
2)E un servizio con canone per metterci anche la musica ottenuta con altri modi.
Quello che è in cloud è accessibile via internet ovunque. La tabella qui sotto è fornita da Apple ed è piuttosto “ideologica”. Nel senso che il solo vantaggio netto di Apple rispetto ad Amazon e Google è che permette di accedere a musica via cloud senza dover fare l’upload dei propri file. E questo perché Apple ha ottenuto quello che gli altri due non sono riusciti a fare: un accordo con le etichette. Per il resto, c’è il limite che possiamo accedere via cloud solo alla musica che è presente non solo sui nostri hard disk ma anche nel catalogo di iTunes (il che comunque va bene per quel 99 per cento di utenti dai gusti non troppo particolari). Con Amazon e Google invece possiamo mettere tutti i nostri file. Google ha inoltre il vantaggio di essere gratuito per tutti i file, almeno per ora.
Ovviamente il tutto ci riguarda solo per curiosità intellettuale, visto che sono servizi non disponibili in Italia.
Notiamo però che, in linea teorica, il fenomeno è interessante. Apple è riuscita a differenza di Amazon e Google a ottenere dalle etichette di mettere sulla cloud tutta la musica dell’utente. Anche quella di dubbia provenienza (pirata). E’ un passo verso una maggiore flessibilità del business della musica e forse persino verso il concetto di licenze collettive estese (paghi un tot a forfait e ottieni di poter scaricare la musica come vuoi).
Apple | Amazon | ||
---|---|---|---|
Library in the cloud | Scan and Match3 (minutes) |
Upload4 (weeks) |
Upload4 (weeks) |
Music app for Mac and PC | iTunes | Web | Web |
Upgrade to 256-Kbps AAC5 | |||
Annual price for 5,000 songs | $24.99 | $50.00 | $??? |
Annual price for 20,000 songs | $24.99 | $200.00 | $??? |
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