Quanto chiederanno le telco ai fornitori di contenuti per la piattaforma di pagamento unica? Io l’ho chiesto a Tim e Vodafone e mi hanno dato la stessa risposta: non c’è una quota fissa, anche per evitare l’accusa di cartello; dipenderà dai singoli accordi negoziali con i fornitori. Insomma, una strada diversa da quella standard di Apple e Google (che prendono il 30 e il 10% di quota, sugli acquisti, rispettivamente).
Molti editori si dicono interessati- e se hanno autorizzato a scriverlo nel comunicato stampa significa che è almeno quasi certa l’adozione. La grande domanda è se la via italiana si imporrà sovrapponendosi a quella “americana”, togliendo spazio ad Apple nel neo mercato dei beni digitali. Di certo la concorrenza è una buona notizia per gli editori, di per sé.
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