Dell’offerta 100 Megabit di Telecom Italia, con fibra ottica nelle case, non c’è ancora traccia. Sarebbe dovuta arrivare a settembre 2010, poi è stata rinviata a Natale, infine “ a inizi 2011”. Per quest’anno Telecom prometteva di coprire 13 città, ma chissà come andrà a finire. Ieri, l’ultima puntata della telenovela: a differenza di quanto previsto la scorsa settimana, AgCom (Autorità garante delle comunicazioni) non ha ancora discusso l’ autorizzazione dell’offerta Telecom. In compenso ha stabilito la prima bozza di regole generali riguardanti le reti di nuova generazione. Un passettino avanti, c’è stato, insomma, ma il problema grosso, che interessa di più gli utenti, è ancora là come un macigno: autorizzare o no i 100 Megabit Telecom e a quali condizioni.
Finora infatti è andata così: tutti gli operatori hanno affittato l’uso della rete Telecom per offrire ai clienti i propri servizi Adsl (i quali, com’è noto, si appoggiano al doppino di rame). Agcom ha già stabilito che la nuova rete in fibra ottica non è un mercato distinto da quello attuale della banda larga e quindi dovrà avere regole analoghe (anche se diverse). Cioè gli operatori dovranno poter utilizzare anche la rete di nuova generazione Telecom per fare proprie offerte 100 Megabit ai clienti. Agcom autorizzerà l’offerta Telecom solo quando stimerà che i concorrenti sono in grado di lanciare le proprie su quella stessa rete. Problema: i principali provider Internet (raccolti nell’associazione Aiip) affermano che Telecom ancora non li ha messi in queste condizioni, perché non ha lanciato offerte all’ingrosso “ adeguate”. Se Agcom darà loro ragione, chiederà a Telecom di rimediare; poi dovrà analizzare le relative offerte all’ingrosso e solo a quel punto dare l’autorizzazione. Morale: non se ne parla prima della primavera, salvo proroghe dovute a richieste Agcom di modificare le future offerte all’ingrosso o a ricorsi al Tar da parte dei concorrenti (che così potrebbero bloccare sul nascere il lancio dei 100 Megabit, come già avvenuto con Alice 20 Megabit nel 2006).
Ed è abbastanza scontato che Agcom chiederà a Telecom di fare offerte all’ingrosso. Lo si deduce dalle regole generali stabilite ieri in bozza (ora vanno in consultazione pubblica e solo dopo saranno rese definitive dall’Autorità). Qui AgCom indica infatti che ci dovrà essere un’offerta all’ingrosso di tipo bitstream per utilizzare la rete in fibra Telecom. Il bitstream consente agli operatori di utilizzarla senza porre propri apparati nelle centrali telefoniche.
È una modalità che apre i 100 Megabit quindi a moltissimi operatori, anche medio-piccoli.
Le regole Agcom dicono anche che il bistream dovrà essere venduto da Telecom a prezzi orientati ai costi solo nelle zone con scarsa concorrenza (dove cioè mancano infrastrutture di altri). Nelle altre, le condizioni economiche del bitstream saranno invece “ eque e ragionevoli” (AgCom dovrà verificarle).
Dal 2013 sarà obbligatorio anche l’ unbundling, che è più evoluto del bitstream ed è in grado di dare una maggiore ricchezza di offerte 100 Megabit concorrenti a quella Telecom (sulla stessa rete). Agcom chiede anche che tutti gli operatori (non solo Telecom) aprano ai concorrenti le reti verticali di palazzo. In sostanza, il primo che arriva in un edificio con la fibra, dovrà offrire agli altri l’accesso a quest’ultimo tratto. Il motivo è che difficilmente ci può essere spazio in un edificio per le fibre di più di un operatore. Come si vede, le regole mirano sempre a evitare condizioni di monopolio. Il senso è che “ meglio la gallina domani che l’uovo oggi”. Invece di avere subito l’offerta 100 Megabit Telecom, meglio aspettare regole che ci daranno tante offerte concorrenti. Purché non passi troppo tempo: già nei vicini Paesi europei c’è una certa ricchezza di offerte a 50 o 100 Megabit, di vari operatori.
{ 2 commenti }
La libera concorrenza all’italiana.
Interessantissimo. Ottimo pezzo, Alessandro,
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