UPDATE
Quintarelli e AIIP trovano una falla anche per le responsabilità dei provider
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Vedremo con i primi casi se le modifiche al decreto Romani, rispetto agli allarmi dei giorni scorsi, sono sostanziali o solo di facciata
Qui le mie perplessità
Il decreto riguarda solo i siti centrati sui video, che sono quindi equiparati alle tv tradizionali, ma con alcune distinzioni.
Si legge che sono esclusi “i servizi prestati nell’esercizio di attività precipuamente non economiche e che non sono in concorrenza con la radiodiffusione televisiva, quali i siti Internet privati e i servizi consistenti nella fornitura o distribuzione di contenuti audiovisivi generati da utenti privati a fini di condivisione o di scambio nell’ambito di comunità di interesse”.
Aspetti poco chiari
a)Non è chiaro che voglia dire “siti privati” e come si possa stabilire se un sito faccia o no “concorrenza con la radiodiffusione televisiva”.
b)L’ultima frase sembra riguardare siti come YouTube, di condivisione video. Su YouTube però non ci sono soltanto “contenuti audiovisivi generati da utenti”, quindi non è chiaro se rientra o no in questa definizione.
C)Infine, non è chiaro se i siti, per essere esclusi dai nuovi obblighi, devono soddisfare entrambi gli obblighi indicati (non essere a scopo di lucro e non fare concorrenza) o solo uno dei due. Se un videoblog ha un po’ di pubblicità ricade o no nella normativa? Notate l’ambiguità dell’italiano. Il testo non dice che sono esclusi i siti non a scopo di lucro e “quelli che non fanno concorrenza”, ma “e che non fanno concorrenza”. In italiano vuol dire che il soggetto è lo stesso, quindi entrambe le condizioni devono essere vere.
Nuovo giro di vite sulla pirateria
L’articolo 6 richiama gli obblighi dei servizi audiovisivi (compresi quelli web) a rispettare il diritto d’autore e nell’ultimo comma dà carta bianca ad Agcom (Autorità garante delle comunicazioni): “L’Autorità emana le disposizioni regolamentari necessarie per rendere effettiva l’osservanza dei limiti e divieti di cui al presente articolo”. Significa che Agcom ora dovrà indicare i nuovi modi per far rispettare il diritto d’autore sul web. Il che apre in teoria le porta anche a filtri e oscuramenti di siti accusati di favorire la pirateria o a misure per monitorare le attività degli utenti internet.
{ 3 commenti }
In ambito normativo la frase “a scopo di lucro” è stato sempre oggetto di ambiguità (vedasi peer to peer), in questo caso un blog che abbia della pubblicità non è detto da questa tragga profitto, poichè potrebbe semplicemente tentare di recuperare l’investimento (dominio + hosting).
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