La sofferenza dei decoder unici

di alex il 28 Maggio 2009

Oggi Repubblica conferma una cosa che era nell’aria, cioè che Sky non avrà i principali canali Rai ma solo quelli di Rai sat. Servirà un secondo decoder satellitare ad hoc (che immagino compreranno in pochi). Ovviamente la cosa impatta solo su quella minoranza che non può ricevere il digitale terrestre.
E’ una sconfitta della tesi del decoder unico. . Filosofia a cui la Rai fino a qualche mese fa era invece aderente. L’ultima speranza di decoder unico resta l’IPTv, dove ora si può ricevere tutto (o quasi), digitale terrestre, sky, e cose specifiche Iptv.

Peccato che bisogna darsi tutti a un operatore, per avere l’IPTv, affidandogli anche telefono e Adsl. Fastweb prima permetteva di comprare solo l’IPtv, adesso non più. Se la vuoi, devi pagare il canone anche del telefono o dell’Adsl.

E, ovviamente, l’IPTv c’è solo dove arriva un’Adsl decente, quindi ne sono esclusi almeno 7,2 milioni di italiani.

{ 5 commenti }

axelle Maggio 28, 2009 alle 11:03

Mi chiedo se per gli abbonati Sky, ha senso pagare il cannone?

alex Maggio 28, 2009 alle 11:31

Il canone rai bisogna pagarlo per la presenza di una tv a casa, per legge

Dellaplane Maggio 28, 2009 alle 21:10

Abito a Torino, in un quartiere abbastanza centrale, ho l’ADSL di Libero, mi piacerebbe tanto l’IPTV, ma non è ancora arrivata. Ma è arrivata da qualche parte? Temo che gli esclusi siano ben più di 7,2 milioni

Quezal Giugno 1, 2009 alle 8:47

Fastweb, Telecom Italia e Wind hanno costituito l’Associazione Italiana IPTV,per concorrere con l’offerta del digitale terrestre nel nuovo contesto televisivo che si prefigura nel nostro paese. Insomma nessuno vuol rinunciare a questo nuovo e giotto mercato che si sta aprendo.La strada dell’ IPTV però è lunga e qualcuno ha pure rinunciato, vedi Tiscali. Questa tecnologia tv che passa per i protocolli di internet sarebbe la risoluzione definitiva per l’enorme divario digitale che coinvolge l’Italia. Pensate che, secondo uno studio dell’Eurostat pubblicato nel dicembre del 2008, le famiglie italiane che dispongono della rete sono in una percentuale inferiore rispetto alla media europea (60%) ed è in evidente calo dal 43% al 42%. Le ragioni di questo divario sono molteplici e il DTT entra di diritto nelle cause ed effetti. L’italiano è ancora legato ai vecchi media, soprattutto alla televisione, che spinge fortemente all’appiattimento dell’informazione e a un ritardo culturale nei confronti delle opportunità e della ricchezza della rete.

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