Se vi chiamano terroni incazzatevi. Se avete l’abitudine di chiamare terroni i meridionali, anche per scherzo, vergognatevi.
Come quelli che dicono sporchi negri, froci di merda e via dicendo. Categorie che fanno parte di quella minoranza che è sempre dalla parte sbagliata del mondo.
Se odio questo modo di fare è perché nascere al Sud è una fregatura che andrebbe compatita e chi deride una sfortuna è un infame.
L’ultimo esempio dei motivi della mia rabbia viene dalla crisi del reparto radiologia all’Ospedale di Taranto.
Riporto integralmente il pezzo uscito sul Corriere del Giorno, anche se non è CC non credo che se ne avranno a male.
“Bisogna realizzare subito al “S.S. Annunziata una seconda sala angiografica. con sempre maggiori difficoltà affrontiamo e gestiamo urgenze ed una mole di interventi chirurgici che richiedono particolari strumentazioni per le operazioni endovascolari necessarie a salvare vite umane”.
E’ l’appello che lancia attraverso il “Corriere” il dottor Maurizio Resta, dirigente della Radiologia Interventistica all’ospedale di Via Bruno.
“Per l’ennesima volta questa mattina (ieri per chi legge, ndr) abbiamo dovuto affrontare un caso urgente mentre in sala angiografica era in corso un delicato intervento al cuore.
Si sono sovrapposti due interventi. Per poter salvare una paziente siamo stati costretti ad invitare i cardiologi, nostri ospiti, ad affrettare la fine dell’operazione in corso per eseguire l’altro intervento. Purtroppo è una situazione che va avanti da tempo, ma che noi medici della Radiologia Interventistica non ci sentiamo più di dover affrontare. Tra l’altro siamo stati pesantemente minacciati dai parenti di uno dei pazienti, ai quali non possiamo negare la ragione della loro preoccupazione”.
Tutto ha avuto inizio quando intorno alle 10.30 è giunta, nel reparto diretto dal dottor Resta, una donna di 47 anni alla quale dopo esami accurati e specifici è stata “riscontrata un’occlusione acuta all’arteria cerebrale. Dovevamo operare entro sei ore dall’esordio della patologia-afferma il dirigente della radiologia-La sala angiografica era però occupata. I cardiologi stavano eseguendo un intervento in elezione di disostruzione dell’arteria coronarica. C’era una sola scelta possibile data la gravità delle condizioni della donna: bisognava liberare la sala e poter intervenire sulla paziente per salvarle la vita”. Quella della sovrapposizione di due interventi è una situazione già accaduta circa dieci giorni prima.
“Noi medici della Radiologia Interventistica non ce la facciamo più. Ci sentiamo presi in giro. Nel precedente episodio il direttore amministrativo dell’Asl Ta/1, dottor Deodato Maccari, dietro mio invito è venuto di persona a rendersi conto della situazione. In tale occasione ci aveva promesso che avrebbe provveduto in merito. Ad oggi non abbiamo saputo ancora nulla. Oggi (ieri) abbiamo invece chiesto ai direttori generale e sanitario rispettivamente, dottor Marco Urago e dottor Vincenzo Lenti, di effettuare urgente sopralluogo per potersi rendere conto personalmente di quanto più volte abbiamo denunciato. Entrambi però non si sono presentati”.
La situazione vissuta alla radiologia Interventistica è quasi al collasso. Da anni non vengono sostituite apparecchiature importanti, così come non viene realizzata la seconda sala angiografica la cui necessità è dimostrata, cifre alla mano, dal volume di operazioni chirurgiche effettuate. Una sala che il reparto presta alla cardiologia dello stesso ospedale perchè ne è a sua volta sprovvista.
“Siamo un punto di raccolta di eccellenza non solo per la Puglia, tant’è che arrivano pazienti da Bari e dal Salento, ma anche dalle regioni limitrofe-aggiunge il dottor Resta-Eppure non abbiamo sedie per i nostri pazienti. Oggi ce ne hanno mandati una decina, ma sono adatte ai bambini non agli adulti. Abbiamo sale per le pellicole anteguerra”.
Ma quello che proprio sembra inaccettabile è il blocco di due gare d’appalto. Una per la realizzazione della seconda sala angiografica, l’altra per un sistema di archiviazione, la RIS-PACS, per le immagini e per la trasmissione di queste con la teleradiologia.
“Entrambe le gare erano state avviate con la precedente Amministrazione, ma quella attuale ha deciso di bloccarle. Quella per la sala angiografica era conclusa, ma è stata giudicata non corretta e sospesa. L’altra era invece andata oltre, erano stati attribuiti i punteggi, ma per motivi a noi sconosciuti è stata interrotta-il dottor Resta è un fiume in piena e continua a parlare di malfunzionamenti-Persino gli ascensori non funzionano in modo adeguato. L’altro giorno insieme con altri due medici ho dovuto attendere circa venti minuti per riuscire a trasportare un paziente da un piano all’altro. Sono sicuro che se arrivassero ispettori di un istituto di controllo farebbero chiudere questo reparto pur rappresentando il “fiore all’occhiello del S.S. Annunziata. Così non si può continuare. L’Amministrazione non deve abbandonarci. Bisogna potenziare l’ospedale centrale dell’Asl se si vuole garantire una buona sanità. Il rafforzamento su tutto il territorio non serve a nulla. Mi dispiace doverlo dire pubblicamente ma sono certo che se ci fosse stato ancora il dottor Michele Petroli a dirigere l’Asl sicuramente avremmo già la seconda sala angiografica. Ora non solo non l’abbiamo ma la gara sospesa deve ancora essere rifatta. Ed intanto i tempi si allungano a scapito dei pazienti e di tutti gli operatori sanitari che devono affrontare le emergenze connesse a questa grave situazione”.
Anna Caiati
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Lo scandalo non sono le condizioni in cui versa il reparto, ma il fatto che questo sia ancora aperto. meglio essere operati in un altro centro che in un centro inidoneo dove spesso si muore. A qualcuno, magari, nonostante le lamentele fa comodo lavorare. Vergona ma…
Al dottor Resta che si lamenta a destra e manca vorrei chiedere se ha una coscienza.Mi spiego: se un caso è disperato e necessita di una certa urgenza, va bene osare, va bene tentare il tutto per tutto, cercando di farsi bastare i mezzi che si hanno a disposizione.Mi chiedo,se capita una brava persona che si affida alle cure del Resta,abile nel lodarsi,nell’elogiarsi,nel giudicare gli altri,nel minimizzare i rischi,nel millantare meriti,ma che soffre di una patologia anche se non grave,ma delicata,questi va operato in quella struttura ospedaliera?Il fantomatico dott.Resta si lamenta, ad esempio DEGLI ASCENORI.Considerato che il reparto di chirurgia vascolare si trova su un altro piano rispetto a radiologia interventista,dove il Resta opera,se sorgono complicazioni,magari un’emorragia improvvisa, durante un’intervento di angioplastica,come si può pensare di trasportare a tempo il paziente in chirurgia vascolare?Per coscienza,per deontologia,e poi per rispetto alle leggi,ordinarie e costituzionali,di tutela del diritto alla salute, credo,un bravo medico dovrebbe considerare prima dell’intervento i rischi connessi e, se la struttura non è idonea, dovrebbe rifiutarsi di operare.
VORREI SAPERE.
IL RESTA OPEREREBBE SUA FIGLIA NEL SUO DISASTRATO REPARTO????
Si tolga la sua finta aureola e si assuma le sue responsabilità!!!
Ne va della vita di una persona, di un uomo, di un padre, di un marito, di un fratello, di un figlio.
Gli autori dei due ultimi messaggi dovrebbero vergognarsi. Il secondo, specialmente, scrive mosso da qualche astioso motivo personale. Resta, innanzitutto, non è “fantomatico”: si tratta di un medico noto in tutta Italia per competenza e spirito di abnegazione. Il fatto che la radiologia interventistica (si prega di usare termini esatti) sia su un piano diverso della chirurga vascolare è assolutamente normale in tutti gli ospedali del mondo. L’amico del messaggio precedente dovrebbe infatti sapere che gli ospedali non sono dei buchi ma strutture che vanno ospitate su più piani… Sappia inoltre che un’emorragia in corso di PTA in genere non la risolve il chiurgo ma il radiologo.
Non si tratta di volere lavorare per forza ma di poter esprimere competenze acquisite e di livello eccellente. Mi riferisco soprattutto alla neuroradiologia interventistica. I lettori sappiano che un’intervento come quello in questione (trombolisi intra-arteriosa in un ictus) è eseguibile solo in pochissimi centri d’Italia e rappresenta un gesto medico di livello altissimo. Il fantomatico amico del messaggio precedente si abituasse a riflettere prima di sparare inutili e offensvi giudizi.
un medico noto che fa morire la gente senza infischiarsi di nulla, che realmente sa solo lodarsi e vantarsi.
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