Un’Autorità squattrinata o succube di Telecom

di alex il 5 Gennaio 2006

Sul Sole24Ore di oggi c’è uno di quei (pochi) articoli in grado di dire le cose come stanno, senza girarci troppo intorno, sul principale problema che affligge il nostro mercato TLC: la debolezza del regolamentatore. LL’articolo è di due professori: di Tor Vergata e dell’Imperiale College (londra). Viene candidamente confutata una delle più imbarazzanti lettere pubblicate sul Corriere della Sera: quella in cui i dirigenti Telecom rispondo a Prodi (che diceva che in Italia il regolatore era debole nelle TLC e che Telecom era troppo forte). Una lettera che ha fatto dunque specie, anche per il contenuto delle argomentazioni. Telecom, con un candore nel raccontare falsità (pari a quello che mostra spesso il nostro Presidente del Consiglio) diceva nella lettera che qui da noi la divisione dell’incumbent, come adesso è in atto in Gran BRetagna, è già realtà da tempo. Illusionismi: in realtà c’è solo una divisione contabile, mentre in Gran Bretagna è in atto una rivoluzionaria divisione operatorva di British Telecom (che peraltro ha il 30 per cento di quota di mercato, contro il 70 per cento di Telecom Italia). Il pezzo sul Sole sconfessa un’altra assurdità: Sembra difficile, sulla base dei dati disponibili, dichiarare non concentrato, come invece essi (i dirigenti Telecom nella lettera) fanno, il mercato della telefonia fissa. .
Calcolando i ricavi, la quota di TI è del 78 per cento, dicono i professori.
Il problema è che il nostro regolatore è lento: per il nuovo quadro regolametnare, voluto da Bruxelles, ha disposto solo 7 provvedimenti (nessuno è già legge); nello stesso tempo, il regolatore britannico ne ha fatti 53, di cui 29 già adottati.
Gira e rigira è inutile nascondersi dietro un dito; le sole verità possibili a spiegare il problema sono due: Sono tre gli scenari possibili. 1)Agcom regola poco perché il settore è concorrenziale. Da escludersi; 2)Agcom regola poco perché non ha le risorse per farlo; 3)Agcom regola poco perché è sensibile alla forza di TI
Sembra insomma che i problemi di Agcom siano lo specchio di quelli che stanno causando il disastro della nostra economia. Pochi soldi per i settori importanti, che rappresentano le fondamenta del Paese (scuola, ricerca, regolamentazione…) e il fatto che in controllori sono in comunella con i controllati- chi ha il potere vuole sfuggire alle regole (ricorda qualcosa simile alla crisi della Magistratura e alle cause del Cavaliere?). Fa molto repubblica delle banane.
Ci sono segni incoraggianti? A volerli cercare, forse: Agcom nelle ultime settimane mi sembra più aggressiva e desiderosa di regolare in modo più severo. Speriamo che non sia solo una facciata pre elettorale (anche questa mi sembra tipico dell’Italia: regole severe per poche settimane e poi lassismo, come per la patente a punti).

{ 6 commenti }

Smeerch Gennaio 6, 2006 alle 11:57

Beh, in effetti, pezzi come questo dovrebbero essere presenti sempre più spesso ed in quantità maggiore nei media italiani, (tv, giornali, internet, ecc.). Sono sicuro che in molti la pensino come te. Purtroppo però si guardano bene dallo scriverlo.
Questo è un ottimo esempio della libertà che un blog può dare.

Faus74 Gennaio 9, 2006 alle 22:04

Longo,la seconda che hai detto:Succube.
Non mollare mai,siamo con te se tu sei con noi.
Chi siamo noi? I digital divisi 😉
Faus74

Anonimo Gennaio 18, 2006 alle 4:50

concordo in pieno…djsimpson

djsimpson Gennaio 18, 2006 alle 4:51

concordo in pieno…

zotheCell Agosto 20, 2009 alle 23:02

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