Oggi ho parlato per due ore con quello che considero come il princiaple alfiere italiano della network neutrality: Guido Tripaldi, presidente del consorzio VoIPex. Mi ha confermato una cosa che già sospettavo e che ad alcuni cocciuti commentatori non entra in testa: il traffic shaping, la prioritizzazione del traffico è come un coltello. Lo puoi usare per tagliare il pane (e fare a mo’ di vigile urbano per regolare il traffico, come avviene da 10 anni) oppure per uccidere (fuori di metafora, per discriminare tra i contenuti che ti portano soldi e tutti gli altri). Una rete completamente neutra è impossibile, o meglio sarebbe una rete distratta e caotica. Il distinguo è importante, perché se cerchiamo di criticare il traffic shaping in quanto tale non concentriamo le energie nella giusta direzione, cadiamo vittima di chi, disinformando, cerca di fare di tutto il traffic shaping un fascio e lo giustifica come normale.
Bisogna rivendicare una precisa neutralità della rete: quella che non discrimina tra contenuti profittevoli e non. Perché Internet (inteso come accesso e come contenuti) prima di essere un bene/servizio commerciale è un patrimonio sociale, un canale di comunicazione. Non ci si può permettere di renderlo schiavo di soli interessi economici. E’ come se la Tv mostrasse ad alta risoluzione la pubblicità e a bassa i telegiornali. Oppure, peggio, mostrasse bene le trasmissioni che parlano bene del partito di governo (=siti ricchi che pagano l’operatore Internet) e mostrasse in basse qualità le trasmissioni dove si fa informazione alternativa (tutti gli altri siti, blog compresi).
Se TGCOM si caricasse in un secondo mentre il vostro blog preferito ce ne mettesse 10 sareste tentati di passare a TGCOM. Magari gli affezionati sopporterebbero (anche se resterebbe un’ingiustizia); i nuovi utenti invece sarebbero dissuasi a provare il blog. Che quindi non potrebbe crescere oppure, se appena creato, non potrebbe costruirsi un primo seguito di utenti affezionati.
E’ insomma la massificazione dei servizi e dell’informazione, cioè proprio la direzione opposta a quella che Internet sostiene e per la quale è così importatne, socialemnte e culturalmente, come canale alternativo. Il discorso si può portare anche sulla Tv: se l’IP TV di Telecom andasse bene e ci fosse poca banda per quella dei concorrenti, Telecom controllerebbe l”informazione e i contenuti televisivi Internet. Che è proprio quello che vuole fare.
L’alfiere della network neutrality
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{ 13 commenti }
Ale,
la rete caotica è GIUSTA. E’ la vera rete. Pierre Levy, de Kerchove… insomma, l’-intelligenza collettiva-, il substrato per una nuova antropogenesi delle masse: dall’homo videns sartoriano, passivo ed anestetizzato, ad un uomo nuovo che comunica, interagisce e stringe legami sociali senza muoversi di casa. O magari, meglio ancora, in piena mobilità .
La fine della neutralità della rete distruggerà anche questo sogno. E di sogni, al giorno d’oggi, ne rimangono sempre meno…
Non stiamo parlando della stessa cosa. La rete caotica nel senso di contenuti non regoalmetnati dall’alto è ok. Rete caotica dove non c’è traffic management invece è impossibile, come una strada senza segnali. Vi prego di sforzarvi di capire questa differenza.
Oh, guarda, finalmente inizi a capire almeno qualcosa… 😉
Di’, ma sarebbe come se la televisione alzasse il volume durante le pubblicita’? Veramente???
Ciao, Fabio.
Il volume lo puoi abbassare…
“Bisogna rivendicare una precisa neutralità della rete: quella che non discrimina tra contenuti profittevoli e non. Perché Internet (inteso come accesso e come contenuti) prima di essere un bene/servizio commerciale è un patrimonio sociale, un canale di comunicazione”
beata ingenuità . La tencologia viene piegata sistematicamente agli interessi economici. Pensare che internet potesse sfuggire a questa logica è una pia illusione. Anche la televisione è un canale di comunicazione (sia pur monodirezionale) e guardate come l’hanno ridotta. Anzi si vorrebbe ridurre internet allo stesso modello televisivo, dove i soliti marpioni possono guadganrci di più.
Anche la rete telefonica nazionale era una “patrimonio sociale”, eppure è stata svenduta allegramente e criminalmente ai privati. E ora ne paghiamo le conseguenze.
E’ per atteggiamenti come questo, arrendersi prima ancora di incrociare le spade, che le battaglie vengono perse.
Non ti arrendere, fratello.
Io continuo a chiedermi, in concreto, che possiamo fare?
Mi viene in mente solo sperare in qualche piccolo provider che punti tutto sulla neutralità , offerta come valore aggiunto. Ma mi sembra di capire che non sia nemmeno possibile questo, se si mette in mezzo telecom.
E ho un’altra domanda: ma nel momento in cui la banda larga avrà una velocità tale da veicolare senza problemi di sorta qualsiasi tipo di contenuto (e mi sembra che le cose, in questo senso, vadano avanti) tutto questo discorso non sarà anacronistico?
Scusate se magari sono domande ingenue, ma non conosco benissimo tutta la faccenda, né l’esatta meccanica.
guarda che io “le spade” a suo tempo, le ho incrociate… e proprio con l’orribile leviatano telecom italia… 🙂 e ho visto cose che voi umani…: garanti che dormivano, authority sorde e cieche, ministeri che raccontavano balle perfino per iscritto, leggi e leggine fatte su misura, ministri spudorati che dicevano “io non so usare indernette”…
Sono anni che mi chiedo come faranno a controllare la rete, non riuscivo ad arrivarci perché partivo da un punto di vista strettamente televisivo.
Invece qui trovo la risposta.
Geniale! Traffic shaping nei confronti dei contenuti che pagano un extra.
Da pessimista nei confronti dell’individualità umana, volta al solo guadagno non posso che futurizzare un tale evento.
Oltre tutto questo tipo di operazione non potrà che portare ad un successone, non a caso oggi Internet fornisce contenuti, almeno in Italia, per una percentuale molto bassa della popolazione, che domani applaudirà bovinamente alla edizione iTV di “Amici della De Filippi”
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