Un assaggio lo si è già visto in questi giorni: robot e droni usati come distanziatori sociali in alcuni Paesi (Singapore, India) sono una prova di come lo sviluppo dell’automazione può essere applicato allo scenario pandemico con un possibile impatto sui diritti fondamentali. Idem l’escalation di tecnologie di sorveglianza di massa che c’è stato in Cina – con droni, riconoscimento facciale, app di tracciamento obbligatorie. La pandemia è servita come opportunità per potenziare l’apparato di sorveglianza di Stato, che era già massiccio. E ora si riporta la tentazione – in una prima città cinese, Huangzhou – di rendere permanente il nuovo apparato, per esempio obbligando a usare l’app che registra il proprio stato di salute anche in contesti post-emergenziali. Chi non dimostrerà sull’app (e all’app) di essere in piena salute potrà avere difficoltà a lavorare e subire diverse discriminazioni. Più la tecnologia consente a Stati e organizzazioni di limitare i diritti civili, più è importante il ruolo delle norme a loro tutela: in Europa, il regolamento europeo Gdpr.
L’accelerazione tecnologica crea sfide anche ai lavoratori, che dovranno imparare a collaborare con le macchine o a cambiare percorsi di carriera. Uno studio del Mit di maggio stima che 30-50 milioni di posti di lavoro saranno in vario modo impattati dall’intelligenza artificiale nei prossimi anni. Tra gli scenari da evitare non c’è solo la crescita della disoccupazione ma soprattutto quella delle diseguaglianze economiche (per esempio tra lavoratori specializzati, che convivranno con le macchine intelligenti, e lavoratori che ne saranno invece sostituiti).
Nei confronti di un grande cambiamento, delle opportunità e dei rischi che ne derivano, lo strumento migliore a disposizione dei cittadini è la conoscenza (“Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare”, Luigi Einaudi). Questo è l’approccio del libro Intelligenza Artificiale, scritto dal sottoscritto Alessandro Longo e dal noto giurista Guido Scorza (dal 4 maggio nelle librerie e in versione digitale, pubblicato da Mondadori Università).
Dopo la prefazione, dell’ex garante privacy Francesco Pizzetti e professore emerito di diritto costituzionale all’università di Torino, un capitolo di introduzione all’intelligenza artificiale permette di coglierne le basi storiche e tecnologiche. Si approfondiscono poi le promesse e i rischi dell’intelligenza artificiale, in termini economici, sociali, giuridici. Quindi gli impatti in vari ambiti: il lavoro, la casa, la mobilità, la Sanità.
L’ultimo capitolo espone gli strumenti normativi su cui possiamo fare leva, a tutela dei nostri diritti, e si spinge ad avanzare alcune raccomandazioni giuridiche
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Interessante…mi avete dato uno spunto per riflettere…sicuramente un argomento di grossa portata…
Finalmente un saggio fatto bene su un “problema” non indifferente
Da leggere! Grazie, vi darò poi le mie impressioni!
Non sono assolutamente d’accordo. Artificiale assolutamente no!
Non devi credermi. Forse vuoi scoprire da solo quanto sono disponibile ed eccitato. Non troverai nessun’altra ragazza arrapata come me, te lo posso promettere. Amo i giochi di ruolo e mi piace essere preso in tutti i miei buchi, preferibilmente nello stesso momento. Quindi un dildo nella mia figa e un cazzo nel mio culo o viceversa. O un trio così posso succhiare un cazzo e sentire un cazzo nel mio culo e un dildo nella mia figa.
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Sí, una mirada interesante. Hay algo en que pensar. Muchas gracias
Mi trovi in linea con il tuo pensiero….
Intelligenza artificiale, l’impatto sulle nostre vite, diritti e libertà
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