La Salute è uno dei settore in cui il giornalismo dà il peggio di sé, probabilmente per assecondare i lettori che vogliono essere rassicurati sulla bontà del grasso e della sedentarietà. Così, se esce una ricerca in controtendenza, che nega tutto quanto assodato dalla scienza, quella diventa la nuova verità per il giornalista e di conseguenza per il lettore sfortunato che legge l’articolo.
Ultimo esempio, continuo a leggere articoli che riportano uno studio secondo cui i sovrappeso vivono di più rispetto alle altre categorie. E’ una bufala che ogni tanto ritorna (ricordo una ricerca simile del 2005). Questo contrasta con la scienza medica ufficiale, ma molti ricercatori sono ormai come i giornalisti, cercano lo spettacolo per attirarsi più finanziamenti. Nella ricerca c’è un trucco, ben spiegato qui:
Sempre secondo i dati riportati nello studio, l’obesità, condizione che si verifica nel caso in cui l’indice di massa corporeasia uguale o superiore a 35, è causa di un incremento del rischio di morte del 29%, ma i soggetti in sovrappeso (indice di massa corporea compreso tra 25 e 30), che nei soli Stati Uniti sono più di trenta milioni, hanno il 6% in meno di rischio di morire rispetto a coloro il cui indice di massa corporea sia compreso tra 18,5 e 25. La ricerca dei Centers for Disease Control and Prevention’s National Center for Health Statistics ha preso in analisi 97 studi in cui sono state coinvolti circa 3 milioni di soggetti in tutto il mondo.
Che dire? Un’altra ricerca demenziale. O meglio, è demenziale l’interpretazione che ne viene data ed è gravissimo che nessun giornalista ragioni sulla notizia. Parlando di 6% in meno si usa il solito trucco delle percentuali relative: è veramente pochissimo; se la probabilità di morire nel prossimo anno è dell’1%, il 6% in meno vuol dire che è dello 0,94. Su 100 persone che muoiono con quella probabilità di partenza (cioè su un insieme di 10.000 persone), nel corrispondente insieme dei sovrappeso ne muoiono 94, ovvero 6 in meno. Peccato che non si debba essere geni per capire che fra i 10.000 magri molti lo sono (ben più di 6) per problemi di salute (pensiamo agli anziani magri) e non per una scelta di vita salutistica. Banale capire (tranne che per i ricercatori) che delle 100 morti molte sono attribuibili non alla magrezza, ma a patologie (croniche o meno) che l’hanno causata.
Capito? Nella categoria dei magri si mettevano anche quelli che lo erano per gravi malattie. E purtroppo i giornalisti ci cascano.
{ 1 commento }
Che le ricerche medico-scientifiche siano un po’ mediaticamente “pilotate” mi sembra abbastanza palese…
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