Fine del digital divide: i dati, i soldi, i tempi (entro il 2014)

di alex il 5 Aprile 2013

E’ cominciato l’ultimo grande assalto dell’Italia al digital divide, cioè la battaglia per ridurre a zero la popolazione non raggiunta da banda larga terrestre (fissa o mobile), entro- si presume- il 2014. A fine marzo è stato pubblicato infatti il primo dei due bandi di gara con cui verranno costruite reti nel digital divide e il secondo bando (più importante) scatterà a fine aprile, probabilmente.

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È condizione necessaria, ma non sufficiente, perché l’Italia persegua gli obiettivi dell’Agenda digitale europea: pubbliche amministrazioni (uffici, ospedali, tribunali) che parlano senza carta, scuole dove le nuove tecnologie si fondono con i metodi di insegnamento. Aziende del made in Italy che competono a livello internazionale sulle piattaforme dell’e-commerce. Vediamo infatti che vuol dire, in Italia, colmare il digital divide.

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Sarebbe come, qualche decennio fa, non averli collegati al resto con le strade asfaltate. Ecco perché secondo la Commissione europea risolvere il digital divide è più urgente- e genera più progresso economico, sociale- di espandere la banda ultra larga (30-100 Megabit). Perché coprire tutto con la banda larga è un po’ come passare dal Vhs al Dvd: è il vero scarto dal passato al presente (non lo stesso si può dire dell’avvento dell’alta definizione). Verso una società in cui spostare i bit diventa più importante che muovere persone, macchine, cose, per provare- anche così- ad affrontare alcuni dei problemi critici dell’Occidente (ridurre la disoccupazione e l’inquinamento, in primis).


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{ 1 commento }

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