Può la tecnologia (internet e non solo) favorire il ritorno a una partecipazione diffusa alla cosa pubblica e quindi una cura dei mali della democrazia? E’ il grande quesito che arrovella molti esperti di politiche digitali e in Italia comincia ad avere esiti non solo nel dibattito ma anche nell’agenda di governo (si vedano le norme open data nel decreto Crescita 2.0 e nei piani di alcune PA locali).
A proposito c’è un interessantissimo articolo sull’Espresso in edicola, a firma di Giuseppe Granieri, guru e saggista. Esprime le due facce della medaglia: internet , gli open data, aprono nuove opportunità per la partecipazione collettiva, ma non è detto che poi questa avvenga e, per di più, che avvenga in modo efficace e duratura.
Ci sono già tanti esempi positivi e negativi, negli Usa e Scandinavia perlopiù, che trovate nell’articolo e in altri a corredo di quelle pagine (anche dell’ottimo Fabio Chiusi).
Il mio contributo al dibattito è uno schema riassuntivo, qui sul blog dell’espresso.
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