Lo dice il Sole24Ore, citando uno studio di Cassa depositi e prestiti, tutti noti comunisti:
“Per la Cassa, le tlc e l’innovazione digitale – dopo anni in cui il tema è stato colpevolmente trascurato – non
rappresentano solo un fattore di sviluppo, «ma un pre-requisito affinché i Paesi possano dispiegare il proprio
potenziale di crescita». I curatori dello studio, Simona Camerano e Alberto Carriero, citano una fiorente
letteratura sul tema che documenta la spinta sul Pil, a partire dall’aumento di 1,2 punti di crescita pro-capite
per ogni variazione di 10 punti di penetrazione della banda larga (fonte Banca Mondiale). In particolare, con
riferimento all’Italia, alla banda larga si può attribuire il 16% dell’incremento medio del Pil conseguito nel
periodo 2002-2007. La rete di nuova generazione – secondo l’ufficio studi della controllata del Tesoro – non è
dunque più rinviabile e bisogna superare «l’attuale fase interlocutoria». E va ribaltato il teorema secondo il
quale gli investimenti sul network non sarebbero giustificati dalla domanda: solo un’infrastruttura
all’avanguardia farebbe decollare l’alfabetizzazione informatica”.
Adesso se volete rivotarlo, fatelo pure, ma danneggiate l’Italia e non potete dire di non saperlo.
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