Quello che preoccupa è- come al solito- il processo sommario al web. Che nella foga di colpire il terrorismo, insomma, non si attacchino blog che fanno libera informazione legale. Tanto più servirebbe cautela quando è il pm a ordinare direttamente il blocco.
E non mi si dica: “tanto i siti sono visibili, basta cambiare Dns o- nel caso di blocchi ip- usare un proxy”. Non è con i rimedi tecnici che si possono salvaguardare questioni di principio, su cui si regge la democrazia e la libertà d’espressione. Perché sarebbe una perdita per tutti se, per esercitare un diritto perduto, bisognasse ricorrere a trucchetti e alla filosofia della clandestinità.
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