Quali conseguenze dopo l’asta frequenze?

di alex il 30 Settembre 2011

Finita l’asta 4G, con una partita equilibrata tra i quattro operatori,a desso è il momento di chiedersi che succederà. Metto qui i principali due nodi.


Impatto sui servizi mobili

Il tutto è comunque una buona notizia per gli utenti internet mobile. Gli operatori potranno fare due cose con le nuove frequenze: migliorare gli attuali servizi per qualità e copertura e lanciare la quarta generazione di rete mobile (prevedono verso la fine del 2012). Per la copertura saranno utili soprattutto le frequenze a 800 MHz. A tal proposito, 3 Italia conta di sopperire con i due lotti a 1800 MHz, più un altro paio che aspetta di ricevere dal ministero allo Sviluppo economico. 3 Italia ha già una frequenza a 800 MHz, che però è destinata ai servizi di tv mobile. È possibile che le istituzioni italiani le permetteranno, prima o poi, di poterci fare sopra anche la telefonia. Per coprire zone specifiche (case, uffici non raggiunti dal segnale) saranno utilizzati invece i 2.6 GHz, con apparati femtocella.

Le conseguenze per la banda larga fissa
L’incognita maggiore è che succederà adesso alla banda larga fissa. Gli operatori che hanno sborsato 3,9 miliardi sono gli stessi che dovrebbero investire in una Next generation network (Ngn) con fibra ottica nelle case. Piano che adesso rischia di essere (ancora) meno fattibile. Gli operatori dovranno del resto ora spendere miliardi anche per costruire le nuove reti 4g. Telecom Italia ha già notato che l’asta ha posto un onere ingente sulle casse degli operatori, che ora hanno bisogno di un occhio favorevole dal governo per continuare a investire in innovazione.

Paolo Romani, ministro allo Sviluppo economico, ha una leva per rispondere a quest’appello: potrà gestire il 50 per cento del surplus dell’asta. Intende assegnarne una grossa fetta al supporto della banda larga e in particolare al rilancio del proprio piano nazionale Ngn. Che adesso ristagna. Basterà una dote di qualche centinaia di milioni, dallo Stato, per incoraggiare tutti gli attori (operatori, PA locali, cassa depositi e prestiti…) a imbarcarsi in un piano da 10 miliardi? Non sarà facile, visto che il piano non è partito anche per profonde divergenze tra il governo e Telecom Italia su come fare la rete. Il rischio è che l’Italia si ritroverà con una banda larghissima mobile e una banda larga fissa ferma all’Adsl. E purtroppo solo con la fibra ottica nelle case si possono avere servizi di nuova generazione e godere dell’ombrello della neutralità della rete. Bistrattata invece dagli operatori mobili, che possono decidere liberamente quali servizi internet penalizzare sul proprio network.

{ 2 commenti }

Christian Ottobre 1, 2011 alle 15:55

La frequenza che 3 Italia ha usato per la tv mobile DVB-H (e che che sta per essere convertita in un canale della tv digitale terrestre DVB-T) è 602 MHz e non 8xx: non potrà quindi mai essere usata per il nuovo LTE/4G.

Smeerch Ottobre 4, 2011 alle 9:09

Il problema è che gli operatori mobili non dovrebber decidere liberamente quali servizi internet penalizzare sul proprio network. Anche su questo l’Europa dovrebbe legiferare. E al più presto.

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