Asta frequenze banda larga mobile: pro e contro

Bene per le casse dello Stato e per la banda larga degli operatori mobile. Male per chi sperava in nuovi operatori. E’ il primo bilancio che mi sento di fare, dopo le offerte iniziali per l’asta delle frequenze banda larga mobile. Già ammontano a 2,3 miliardi di euro, quindi probabilmente con i rilanci saremo a 3 miliardi. Merito di H3G, soprattutto, che ha deciso di pensare bene al proprio futuro e quindi a concorrere con gli altri al lotto più pregiato, quelle delle frequenze a 800 MHz (usate finora solo dalle tv).

Affollato di offerte in particolare il lotto, meno pregiato, delle frequenze 2.600 GHz, come si legge (si veda l’allegato “graduatoria”). Manca ancora all’appello un lotto a 800 e uno a 2000 MHz, ma probabilmente già da domani gli operatori cercheranno di aggiudicarsele.
PRO
a)Le casse dello Stato ringrazieranno e quindi si scongiura il rischio di altri tagli alla spesa pubblica.

b)La banda larga mobile migliorerà, grazie all’evidente interesse di tutti gli operatori per le frequenze 800 MHz, che assicurano una buona copertura e danno nuove risorse per migliorare la qualità della connessione. A questo scopo serviranno, in via complementare, anche le 2.600 GHz (strappate in extremis ai militari), probabilmente per usi locali come le femtocelle (mini celle che l’utente s’installa a casa).
CONTRO
a)Niente nuovi entranti. Partecipano all’asta solo i vecchi nomi. Linkem e Poste Mobile rinunciano. Peccato: Linkem avrebbe potuto sviluppare meglio il WiMax con le nuove frequenze. Ma costano troppo, il WiMax resta di nicchia e gli investitori americani di Linkem non ci hanno creduto.

b)Dovremo aspettare almeno un paio di anni perché gli operatori mettano mano sulle nuove frequenze 800 MHz. Salvo ritardi causati dalla dichiarata ostilità delle emittenti locali a liberarle.