Sta rimbalzando sui vari giornali nazionali (persino sul Corriere della Sera)- come quasi sempre accade in questi casi- una ricerca secondo cui tre italiani su quattro sarebbero e-mail dipendenti. O almeno così titolano i giornali. Si veda il Corriere di Sabato: titola 3 su 4 malati di e-mail. Oppure Repubblica.it: Dipendenza da e-mail ne soffrono 3 utenti su 4. Poi si legge l’attacco e si scopre una realtà diversa: In Italia l’88% degli utenti, cioè 3 su 4, ritengono che di e-mail ci si possa intossicare (ehr, in realtà è più di 4 su 5, Ndr).. Peccato però che, come si capisce poi leggendo il pezzo su Repubblica.it (mentre quello del Corriere mi sembra che lasci nell’equivoco) la statistica dei tre su quattro non riguarda il numero dei dipendenti ma il numero di coloro che credono si possa essere dipendenti. Cioè, si chiede loro: secondo voi, è possibile essere dipendnti alle e-mail? Beh, in teoria una mente malata può diventare dipendente a qualsiasi cosa, anche la più comune e innocua. Di questa stregua è ovvio che quasi tutti, senza sapere né leggere né scrivere, siamo tentati di rispondere che sì, è possibile (magari come ipotesi remota, ma è possibile, tutto è possibile…anche io avrei risposto così).
Ma andiamo avanti. Si scopre in realtà è un utente su cinque a essere dipendente (la statistica si ribalta, comunque il dato è importante): uno su cinque rientra in una nuova categoria di utenti detti “dipendenti” . Un altro dato è discutibile: il 75% degli intervistati ha dichiarato di non poter fare a meno dell’e-mail, Non significa niente: può essere un bisogno pratico, non una cosa negativa. L’e-mail diventa sempre più necessaria per il lavoro, com’è già da anni per il telefono. La dipendenza è una cosa diversa: è trovarsi a fare qualcosa per una necessità irrazionale, contro la nostra volontà razionale e soprattutto a nostro danno.
Come spesso accade in questi casi, il dato statistico è gonfiato. Un titolo più onesto sarebbe stato: un italiano su cinque è dipendente dalle e-mail. Oppure: tre italiani su quattro non può fare a meno delle e-mail (il che può essere una cosa positiva o negativa).
Update: lodevolmente, Repubblica.it ha cambiato il titolo.
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Tre italiani su quatro NON POSSONO. 😀
Comunque sia il contenuto ed il taglio dei tuoi post mi piacciono sempre più.
@ Smeerch: Attento, potresti essere definito dipendente da questo blog. 😉
Chi decide i titoli lo fa piu’ pensando ad attirare alla lettura che a riassumere il vero significato dell’articolo, per questo esistono anche i sottotitoli, mano riassuntivi ma piu’ “veritieri” sul contenuto. Certo che e’ fastidioso. Sarei curioso poi di sapere quanto e’ valido quel campione statistico, ossia a chi e’ stato chiesto?
Ma sbaglio o si stanno moltiplicando gli “attacchi” contro la Rete da parte dei media tradizionali? Non è che sentono che ormai il loro ruolo centrale viene ormai ogni giorno eroso da internet, e per questo cercano di convincere il popolino ad allontanarsi da quello che sembra la nuova causa di tutti i mali?
io penso che se controlli(amo) la mail più volte al giorno non siamo dipendenti…semplicemente per lavoro soprattutto ma anche per mille altri motivi aspettiamo delle e-mail da leggere…non credo che questa sia dipendenza ma semplicemente uso del mezzo di comunicazione. Se nessuno abitualmente ti scrive per e-mail non starai certo là a controllare che sia arrivato qualcosa no?
Verissimo…Concordo con gli ultimi due commenti (non che dissenta con i primi due, però 🙂 ).
Più in là se mi riesce vorrei far euna breve riflessione su blog e giornalismo. Ne hanno scritto in tanti, ma anche su Dante Alighieri, eppure escono sempre nuovi saggi 🙂
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